La Valle di Susa è una terra caratterizzata da diverse comunità locali fortemente legate alle proprie tradizioni. Una di queste è la Danza delle Spade, un’usanza antica ancora presente nei Comuni di Giaglione, Venaus e San Giorio. I protagonisti di questo rituale sono gli spadonari che hanno il compito di accompagnare la statua del Santo patrono durante le processioni in suo onore. A San Giorio di Susa, località con meno di mille abitanti, a partire dal 1929 la Danza delle Spade è abbinata alla rappresentazione legata alla leggenda di un feudatario spodestato. In questo caso il compito degli spadonari è, da eroi coraggiosi, di liberare la comunità sangioriese oppressa.
Le origini della Danza delle Spade
Secondo le ricerche condotte dallo studioso tedesco Konrad Meschke, le prime notizie del rituale risalgono alla fine del 1300. La sua origine fa parte patrimonio culturale del popolo germanico. Successivamente il rituale è stato trasmesso anche agli altri popoli attraverso le migrazioni e le conquiste. In Valle di Susa, invece, la presenza del rituale si registra nell’Ottocento. Da quel momento in poi la Danza delle Spade è stata tramandata di generazione in generazione rientrando nel sistema di riti primaverili che segnano il delicato momento del passaggio dall’inverno alla primavera, dalla morte alla rinascita.
La presenza del rituale nei funerali
La tradizione della Danza delle Spade in Valle di Susa fa da contorno alle celebrazioni religiose. Gli spadonari accompagnano la statua del Santo patrono durante le cerimonie in suo onore. Possono essere anche presenti sul sagrato della chiesa e, al termine della celebrazione religiosa, eseguono i movimenti brandendo le loro grosse spade accompagnati dalle note della banda musicale. La Danza delle Spade è inserita anche nei funerali di personaggi importanti della comunità valsusina. Come in occasione dei funerali dell’avvocato Galassi di Giaglione, avvenuti nel febbraio del 1930, quando gli spadonari parteciparono con un velo nero sopra il tradizionale elmo infiorato.
Fotografie tratte dalla pagina Facebook Val Susa Turismo